TFF37: Jojo Rabbit di Taika Waititi

L’ultimo film diretto dal neozelandese Taika Waititi, Jojo Rabbit, è arrivato ad aprire il 37^ Torino Film Festival dopo aver cominciato il suo viaggio al Toronto International Film Festival a settembre. Bisognerà aspettare il 16 gennaio 2020 per vederlo nelle sale italiane, ma una volta in sala vi ritroverete davanti ad un ottimo film. Waititi aveva già dimostrato la sua genialità a partire da What We Do in the Shadows, anch’esso presentato al Torino Film Festival nel 2014, e la riconferma in Jojo Rabbit.

Il film è ambientato negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale in un piccolo paesino in Germania e ha come protagonista un bambino di dieci anni, fervente nazista, che ha come migliore amico immaginario Adolf Hitler. Il piccolo Jojo, dopo alcune iniziali vicissitudini che ci fanno scoprire il suo carattere, scopre che la madre nasconde una ragazza ebrea in casa e si ritrova a confrontarsi con la sua fede nazista. 

Thomasin McKenzie, Roman Griffin Davis and Taika Waititi in the film JOJO RABBIT. Photo by Kimberley French. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Il tema portante è la pericolosità di qualsiasi forma di fanatismo, che genera riflessioni fondamentali per l’epoca in cui viviamo. Vediamo tutto attraverso lo sguardo di un bambino che non ha ancora sviluppato il filtro dell’età adulta, e che ha quindi un punto di vista tanto ingenuo quanto fresco e capace di vedere le cose per quello che sono. Va però precisato che si tratta di una ingenuità all’inizio macchiata dall’ombra delle concezioni imposte dal nazismo e la cui ombra pian piano viene dissolta nel corso del film. Lo spettatore cresce insieme a Jojo e viene trasportato dalla sua semplicità che da un lato ci fa capire con quanto sia facile per gli uomini essere manipolati dalle ideologie, e dall’altro ci mostra anche come sia possibile liberarsi dall’imbroglio.

Waititi ci immerge in tutte queste riflessioni facendo ridere in molte scene, dando pugni nello stomaco metaforici in altre, ma lasciando allo spettatore il cuore caldo di speranza. 

Dal punto di vista tecnico emerge una regia frizzante che si concede dei momenti eccentrici senza mai però risultare fuori luogo e senza sovrastare la storia,sono infatti la sceneggiatura e l’importanza del tema trattato a prevalere. Nonostante sia una caricatura di un tema complesso come quello del nazismo, Waititi è riuscito a dargli un tono surreale senza mai cadere nel ridicolo. Proprio perché tutto viene filtrato dallo sguardo di un bambino di dieci anni, la credenza che gli ebrei abbiano lingue di serpente e che dormano appesi al soffitto come dei pipistrelli, fa soltanto ridere e non si fa prendere per niente sul serio. 
Questi due elementi vengono tenuti in piedi anche dall’ottima recitazione degli attori. Spiccano e dimostrano le loro qualità il protagonista Roman Griffin Davis e Thomasin McKenzie che interpreta Elsa. Proprio loro due inoltre danno vita ad un rapporto di amicizia sullo schermo che risulta profondamente naturale e che mostra la delicatezza dei rapporti che si possono creare tra gli esseri umani. Taika Waititi, oltre ad aver scritto e diretto, interpreta anche Hitler e lo fa in modo impeccabile rispettando il discorso detto prima di caricatura che non cade mai nel ridicolo eccessivo. 

Thomasin McKenzie and Roman Griffin Davis in the film JOJO RABBIT. Photo by Kimberley French. © 2019 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Tra gli altri membri del cast due parole vanno spese per Sam Rockwell, perfetto nel ruolo del Capitano Klenzendorf, tanto buffone quanto pronto a stare dalla parte giusta quando è necessario, e per Scarlett Johansson. Negli ultimi anni l’attrice americana sta dimostrando sempre di più le sue capacità (la vedrete anche in Marriage Story, in questi giorni in sala e dal 6 dicembre su Netflix) e in quest’opera si fa valere, anche se purtroppo tutta la caratterizzazione del personaggio risulta un po’ forzata e non del tutto naturale. Vi consigliamo poi di tenere d’occhio il piccolo Yorki, un personaggio molto tenero e che non potrete fare a meno di adorare.

Durante la conferenza stampa Roman Griffin Davis ha detto di aver visto La vita è bella di Benigni tra i vari passi per prepararsi a questo ruolo e, per quanto le due opere siano lontane dal punto di vista temporale, possono dirsi legate dalla capacità di far ridere, piangere e riflettere su dei temi fondamentali per la storia dell’uomo. 

Jojo Rabbit è un ponte tra realtà tragica e commedia che si fa voler bene e che vi consigliamo di andare a vedere lasciandovi conquistare dalla sua pungente dolcezza. 

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