Dopo il festival di cinema horror e il festival di cinema erotico ecco in arrivo il festival di cinema e musica, See you sound, V edizione.
Vivendo a Torino sto scoprendo come questi festival tematici creino uno spazio particolare nel tessuto cittadino, in maniera molto diversa da quello creato dal Torino Film Festival, che non si fregia di alcun tema e stacca gli altri per la quantità di film proposti in 10 giorni (quest’anno contava ben 133 lungometraggi).
Colgo l’occasione quindi per riflettere su queste due tipologie di festival, tema che ho in parte analizzato già preparando la mia tesi triennale, ma che a oggi è ancora un fenomeno in evoluzione.

I primi festival di cinema al mondo, a cominciare con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, sono nati come delle esposizioni universali: un contenitore dove richiamare un pubblico più o meno indifferenziato a vedere il meglio del meglio della produzione contemporanea.
Dagli anni ‘60 una diffusione sempre più ampia di tecnologie di proiezione, il consolidamento dei cineforum (soprattutto studenteschi) e l’aumento sempre maggiore di film ha permesso una crescita esponenziale di nuovi festival cinematografici, che ha portato alla situazione odierna dove solo in Italia se ne contano quasi 400.

Come possono tutte queste attività, spesso residenti negli stessi centri (le città più grandi e vivaci), convivere senza pestarsi i piedi e raccogliendo un pubblico adeguato per poter rientrare dell’investimento fatto? Ecco che tematizzare il proprio festival diventa uno strumento fondamentale per rendersi unici. Ma non si deve pensare che l’appassionato di cinema un giorno si sveglia e pur di avere uno spazio di divulgazione si appropria della prima connotazione tematica che capita a tiro e imbastisce il suo festival.

Assolutamente no. Innanzitutto è naturale che la predisposizione interdisciplinare del fondatore gioca un ruolo chiave, dato che ancora parliamo di un ambito di condivisione delle passioni. E altrettanto importante è lo sguardo sulla realtà locale in cui il festival pone le sue radici, al contesto in cui il festival andrà poi a inserirsi. Un festival tematico inoltre raccoglie sempre anche un numero di spettatori che usualmente non seguono il cinema, come nel caso di See you sound saranno gli appassionati di musica, che trovano nel cinema un nuovo strumento di ampliamento della loro conoscenza.
Ultimo approdo di questo processo è l’introduzione di eventi sempre più ibridati tra le diverse forme espressive, al fine di arricchire un evento di semplice proiezione cinematografica. Attraverso una riflessione continua sul festival e networking si stanno creando eventi multiformi e variegati, dove attività sempre più particolari vengono presentate per esaudire i desideri di un pubblico in continua crescita.

See you sound si colloca proprio in questo contesto.
E’ un festival giovane, alla quinta edizione, la cui crescita è arrivata a toccare altre realtà italiane, creando degli eventi satellite a Pisa, Palermo e Lecce. Il brand è stato adottato da altre realtà che ne sposano la filosofia e la declinano con eventi differenti a seconda delle peculiarità locali. E’ una esperienza che non tutti i festival fanno, anzi: proprio perché legati a un territorio specifico spesso un brand è difficile da esportare altrove.
See you sound non è così, e il motivo risiede proprio nella grande varietà di eventi e di incontri che permette. Il festival torinese conta 4 sezioni competitive (lungometraggi, documentari, cortometraggi e videoclip, formato solitamente relegato ai festival musicali o d’arte che qui invece trova spazio), per un totale di 44 titoli che competeranno su un totale di 93 prodotti audiovisivi che verranno proiettati nei 10 giorni di festival.

Ci sono infatti alcuni eventi che nella loro formulazione richiamano ancora il concetto della multidisciplinarietà e transmedialità. La sezione non competitiva Rising Sound affronterà la musica nel suo ruolo storico con un ciclo di 6 film che parleranno della musica come rivoluzione tra Sarajevo, Addis Abeba, Hollywood e San Paolo. Inoltre nella sala del Cinema Massimo le proiezioni serali saranno anticipate da dj set e video proiezioni. Non manca anche il lato performativo: in arrivo sabato 26 lo spettacolo teatrale Telemusik di Alessandro Bernard sulla storia del videoclip in Italia attraverso l’interpretazione di Federico Sacchi che racconterà l’esperienza dei canali musicali italiani prima di MTV con proiezioni di videoclip degli anni 80.

In più una masterclass sulla regia di videoclip, un workshop di fumetto tenuto da Tuono Pettinato, incontri, feste, e per concludere anche una sezione “non tematica”. Into the groove proporrà film, documentari e fiction, sulla musica nel suo più ampio spettro dove si può trovare il doc sullo studio 54 frequentato da Andy Warhol, una commedia musicale con Brie Larson e un docufilm sull’ultimo album degli Ex-Otago. In completa libertà e passione per la musica in tutti i suoi aspetti.

Con questo apparente cortocircuito spero di avervi convinto a dare un’occhiata al programma di See you sound consapevoli che l’evento per voi sicuramente c’è. Non resta che vederci in sala, al Cinema Massimo dal 25 gennaio al 3 febbraio!
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