Il film del giorno é stato Im keller (In the basement), un film che documenta un viaggio tra cantine austriache, insinuandosi nei segreti di neo nazisti, prostitute, sadomasochisti, famiglie particolari. Un lavoro di sola osservazione priva di ogni interazione, di ogni influenza, come se queste persone si rivolgessero solo e soltanto a noi, nel loro desiderio di essere accettati senza pregiudizi. Questo lavoro è destabilizzante per quanto si avvicina a queste persone e alle loro esistenze celate sotto terra, ma al tempo stesso é impossibile smettere di guardare. Il conivolgimento nelle loro perversioni, i loro sogni, i loro riti, soddisfa il voyerismo che ogni spettatore cela in se, l’interesse per ciò che è proprio di altri e quindi distante da noi.
Gli altri film della giornata, Qui’ai de (Dearest) e Before I disappear, sono stati a loro volta esperienza intense, cariche di messaggi e capaci di suscitare emozioni ma, dopo 3 giorni di festival e la passata esperienza della mostra dell’anno scorso, penso di poter dire che non erano propriamente prodotti da Mostra del Cinema di Venezia. Entrambi erano molto convincenti, mi hanno trasmesso sensazioni autentiche, ma calibrate, classiche direi. Il primo é un film cinese che si srotola con precisione e cadenze standard, percorrendo le tappe chiave del ritrovamento di un bambino rapito. Non aggiunge nulla, non è originale, ma è perfetto. Proprio per questo secondo me non é un film da festival.
Il secondo segue una vicenda dolce amara sul desiderio di suicidarsi messo a tacere dai doveri familiari, tema affascinante, reso accattivante da una fotografia molto calda e dalle musiche variegate, dai diversi brani classici ai Cure. Ma è un film che puó tenere il confronto con gli altri film più sperimentali di questo festival e di molti altri?
Io credo, come giá ho sottolineato altre volte, che i festival debbano essere trampolino di film che pongano delle domande sul cinema, sulle sue modalitá di espressione, sul sistema su cui poggia. Non deve confermare un concetto, deve metterli tutti in discussione. E per questo questi ultimi due film sono stati sì una bella esperienza di visione di prodotti ben costruiti, logici, estetici, ma non sono il prodotto per cui qualcuno come me (e non credo di essere la sola) partecipa ai festival.
Ma mi aspettano ancora molti giorni, questa mostra puó ancora sorprendere molto.
Scritto da Arianna Vietina