I migliori film del 2018 secondo noi

E’ finito un altro anno di film, di corse al cinema, di festival. Come di consueto, dopo numerose ore di commenti, scambi, discussioni al telefono sui film visti nel 2018, abbiamo definito le nostre top 10 dei migliori film.

Qui non troverete i titoli più quotati e più visti al cinema, quali Black Panther, Bohemian Rhapsody o A Star is Born. Ci siamo rese conto, man mano che stilavamo le nostre liste, come molti dei film che ci hanno colpito abbiamo avuto modo di vederli ai festival e, se usciti al cinema, sono in realtà  passati in sordina. Facendoci due conti abbiamo notato come la componente orientale sia più alta rispetto agli anni scorsi, e molto varia dato che comprende Cina, Giappone, Taiwan e Corea. E inoltre, altra cosa molto inusuale, quest’anno le due top 10 condividono ben due titoli, ROMA e Isle of Dogs. Anche se è stato un anno in cui diversi film che attendevamo non ci hanno proprio convinto alla fine siamo contente di aver comunque visto tante cose interessanti e di condividere qualche gradino del podio nonostante i nostri gusti molto diversi.

I nostri 20 film in numeri:
Autori italiani : Alice Rohrwacher (Lazzaro Felice), Jacopo Rondinelli (Ride)
Opere prime : One Cut of the Dead, Ride, Sorry to Bother You, Land
Mostri sacri: Shin’ya Tsukamoto, Spike Lee, Alfonso Cuarón, Zhang Yimou, Wes Anderson
Paesi: Giappone 2, Corea del Sud 1, USA 7, Inghilterra 1, Italia 2, Messico 1, Italia+Messico 1, Cina 1, Taiwan 1

ARIANNA

  1. One Cut of the Dead di Shin’ichirô Ueda: non sorprende questa mia scelta essendo il mio film preferito Effetto notte. Per me l’esperimento più ardito e ben riuscito dell’anno, nato dentro una film school è divenuto un cult istantaneo capace di travalicare i generi, mantenere la sua identità giapponese e fare metacinema.
  2. You Were Never Really Here di Lynne Ramsay: in questo film la profonda conoscenza del linguaggio cinematografico viene usata in maniera perfetta per raccontare una storia che nel suo piccolo diventa urgente e universale. Puro cinema modellato su un attore straordinario.
  3. Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher: una fiaba senza tempo, che unisce poeticamente due anime dell’Italia di ieri e di oggi. Un nuovo tassello nel percorso di Alice Rohrwacher, una delle poche registe riconosciute a livello internazionale che continua a portare i riflettori sul nostro paese.
  4. Ride di Jacopo Rondinelli: all’opposto di Lazzaro Felice ecco un film che voglio segnalare per l’audacia con cui si è lanciato nell’esperimento di un film tutto girato in gopro avvalendosi dei linguaggi di Youtube e creando un discorso stratificato sull’integrità morale e il porsi al limite della sopravvivenza, anche sul piano del linguaggio filmico.
  5. Killing di Shin’ya Tsukamoto: Una prova di stile che seziona il genere samurai e ne disarticola gli elementi, a cominciare dal protagonista, un guerriero incapace di uccidere. Tsukamoto crea una situazione inattesa e coinvolgente, in cui entriamo, duello dopo duello, nella mente del protagonista.
  6. ROMA di Alfonso Cuarón: Cuarón costruisce un racconto capace di unire quotidiano e universale che nasce da uno spunto autobiografico osservato con uno sguardo nuovo, adulto, consapevole. Probabilmente il film più citato, guardato, osannato dell’anno ma a ragione.
  7. Sorry to Bother You di Boots Riley: una commedia dissacrante su sfruttamento del lavoro e razzismo, lanciato in quinta verso la deriva sci-fi e interpretato da un ensemble spumeggiante capitanato da Lakeith Stanfield e Armie Hammer. Questo film detiene il Guinness dei momenti WTF del 2018.
  8. Vox Lux di Brady Corbet: non bisogna sapere nulla su questo film per goderselo al massimo. Sappiate solo che è un’esperienza visiva che mischia videoclip e musical con una cupa storia di formazione, con immagini bellissime e dire al tempo stesso.
  9. Isle of Dogs di Wes Anderson: anche su questo film penso ci sia ancora poco da sottolineare. Stop motion a un livello avanzatissimo, una storia dolce e grave al tempo stesso e il massimo dello stile di Wes Anderson.
  10. Land di Babak Jalali: doniamo uno slot anche ai film sconosciuti. Ne ho visti tanti quest’anno, ma ho scelto questo: un film sulle riserve indiane ai giorni nostri, interpretato da attori non protagonisti, un film accessibile e ricco di pathos ma al tempo stesso ricercato nelle immagini e nei tempi di narrazione. Firmato dall’esordiente Babak Jalali con il contributo del Torino Film Lab. Tra gli esordi fighi di quest’anno voglio segnalare anche The man who stole Banksy di Marco Proserpio e Eres tu papa? di Rudy Sanchez.

ELISA

  1. Burning di Lee Chang-dong: l’arte cinematografica è fatta di diverse forme di narrazione. Tra quelle che apprezzo di più c’è la profonda capacità di raccontare qualcosa senza sentire il bisogno di farlo vedere. Credo sia una grande dimostrazione di fiducia nei confronti dello spettatore, perché in un certo senso gli viene lasciata la libertà di capire da solo quello che il film vuole dire. E Burning è uno dei migliori esempi che io abbia mai visto da questo punto di vista. Essendo poi un thriller (uno dei miei generi preferiti) con un cast eccezionale e una fotografia superba, non potevo non scegliere lui come film migliore del 2018.
  2. BlacKkKlansman di Spike Lee: l’ultimo film di Spike Lee è stato fondamentale per il 2018. Il modo in cui racconta una storia del passato rispecchiando l’assurdità del presente, facendo ridere lo spettatore per poi farlo uscire dalla sala con un pugno nello stomaco e una profonda rabbia, è arte.
  3. Mandy di Panos Cosmatos e
  4. Shadow (影) di Zhang Yimou, sono al terzo e quarto posto di questa classifica per lo stesso motivo. Sono entrambi tra le creazioni più visivamente interessanti che io abbia mai visto, anche se opposti dal punto di vista fotografico. Il primo è un’esplosione di rosso e colori, il secondo è pura arte delle ombre e del bianco e nero. Ogni inquadratura è un quadro, ma la fotografia non è l’unico elemento che li rende grandi film. Le colonne sonore, di Jóhann Jóhannsson e  Zai Lao, accompagnano alla perfezione la magia delle immagini. Le sceneggiature, da alcune dette superficiali, in realtà se osservate con attenzione mostrano in modo molto sottile alcuni aspetti dei caratteri dell’essere umano su cui non si spende mai troppo tempo a rifletterci.
  5. Isle of Dogs di Wes Anderson: Wes Anderson è sempre stato tra i miei registi preferiti in assoluto e ogni volta che guardo un suo film è come ricevere un abbraccio di meraviglia. In particolare quando si tratta dello stop motion, in cui secondo me Anderson da il meglio di sè. Isle of Dogs infatti riunisce tutte le sue caratteristiche come regista e lo fa nel modo migliore. Ogni inquadratura è un paradiso di dettagli perfettamente posizionati e dall’animazione, alla trama, ai doppiaggi da parte di un cast ottimo, non c’è niente di imperfetto.
  6. ROMA di Alfonso Cuarón: L’ultimo film di Cuarón è pura magia del cinema. Una foto ricordo in bianco e nero, dolce e terribile, che unisce il personale all’universale in un modo a dir poco speciale. Questo film non si può descrivere facilmente, perchè più che un oggetto da osservare è un’esperienza da vivere.
  7. The Ballad of Buster Scruggs di Joel e Ethan Coen: l’ultimo film dei Coen è un capolavoro di sceneggiatura. Forse non tutti gli episodi sono perfetti ma nel loro insieme creano una dei lavori meglio scritti che io abbia visto quest’anno. L’episodio All Gold Canyon è una rara prova di eccellenza narrativa.
  8. Your Face di Tsai Ming-liang: Questo lavoro di Tsai Ming-liang è stato per me come assistere ad una dichiarazione d’amore per la meraviglia che si racchiude nei volti umani. Una serie di ritratti quasi del tutto muti che insegnano a rilassarsi, prendere un respiro profondo e osservare con attenzione chi si ha di fronte senza fare l’errore di fermarsi solo alla superficie. Perché questa, il volto, è solo una porta dietro a cui si nasconde l’intricato complesso che è la vita di una persona. E ha bisogno di tempo e osservazioni silenziosi per essere anche solo leggermente compresa.
  9. The Favourite di Yorgos Lanthimos: l’ultimo film di Lanthimos è l’ennesima dimostrazione della sua genialità registica. Ed oltre ad essere una gioia per gli occhi dal punto di vista tecnico, contiene tre performance fenomenali da parte di Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz, e una sceneggiatura che mette in scena le assurdità della psicologia femminile in uno dei modi più delicati e pungenti che io abbia mai visto.
  10. *Nelle ultime settimane ho riflettuto a lungo su che film scegliere per il decimo posto della mia classifica. Non avendo trovato nessun film tra quelli visti che mi ha soddisfatto al 100% (High Life ci è andato vicino) per accompagnarsi agli altri nove titoli, ho deciso di lasciare questo posto ai film che avrei tanto voluto vedere per poterli inserire in questa classifica, ma che ancora non ho potuto recuperare. In ordine sparso sono: Cold War, Shoplifters, One Cut of the Dead, The House that Jack Built, If Beale Street Could Talk, An Elephant Sitting Still e Spider-Man: Into the Spider-Verse. Sono sicura che una volta visti almeno uno di loro entrerà nella top 10.

Se volete rimanere aggiornati sulle future aggiunte e/o modifiche di queste classifiche potete seguire le nostre liste di Letterboxd (AriEli) con i film migliori del 2018.

1 Comments

  1. Pingback: Guida completa ai film più attesi del 2019 - Pepperminds Blog

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